Intervista ai Kleinbottle

Kleinbottle

Il duo Kleinbottle è formato da due fratelli che vogliono portare nella musica la simbologia che evoca immagini e sensazioni. Questo arriva dalle loro influenze dal mondo dell’Estremo Oriente e dall’amore per il mondo dell’indie e del pop.

In questa chiacchierata abbiamo parlato della simbologia, dell’Estremo Oriente, del loro nuovo singolo Light in the eyelids e di molto altro!


Ciao e benvenuti! Voi unite la musica alle immagini e sensazioni che arrivano dal mondo della simbologia. Come è nata questo nuovo modo di utilizzare il mondo delle note?

Ciao a tutti e grazie per lo spazio. Tutto nasce dalla nostra urgenza artistica e dalle influenze che abbiamo avuto, sia musicali che letterarie. Pensiamo sia un magnifico modo di comunicare. Risulta universale e intimo allo stesso tempo. Crediamo che per rappresentare le sensazioni delle persone, non bastino solo parole, lo spettro è troppo ampio. Servono dapprima colori specifici, poi la musica e le immagini, infine le parole. Tutto questo rientra nella simbologia.

La vostra musica subisce molte influenze da parte dell’Estremo Oriente. Qual è l’aspetto che maggiormente vi affascina di quel mondo?

La loro tradizione, la loro spiritualità e la loro profondità, senza dubbio. L’importanza che hanno l’introspezione, la natura e tanti altri aspetti che sentiamo vicini.

Il vostro nuovo singolo è Light in the eyelids, descrivetelo usando tre aggettivi.

Beh, in questo momento vengono questi… mistico, “groovoso”, coinvolgente.

In questo brano avete scelto una voce femminile che racconta in una lingua sconosciuta un viaggio in un’altra dimensione. Come è nata questa idea?

Volevamo creare una contrapposizione con la mia voce e allo stesso tempo sottolineare la natura mistica del brano, dando importanza più ai suoni che alle parole… Cos’altro se non una meravigliosa voce femminile che canta in una lingua sconosciuta? Un sentito grazie alla nostra amica e soprano Alessandra Mandarino.

Kleinbottle

La canzone racconta di una luce che si vede quando si chiudono gli occhi e rende il buio più accogliente. Cosa rappresenta quella luce per voi?

Si tratta di un’introspezione che porta a un rifugio, a una momentanea pace, senza però risolvere davvero i nostri problemi, lasciandoli solo in stand-by. È molto carino però, lasciare anche all’ascoltatore decidere.

Quali sono i vostri prossimi progetti?

Vorremmo far conoscere i nostri lavori e inoltre stiamo continuando a scrivere. Già pronto abbiamo un album, The Open C, uscirà quest’anno. Qui dentro ritroverete i due singoli già usciti. Vi raccomando, seguiteci. Arrivedolci!


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