Intervista ad AILO

AILO

La cantante AILO vuole fare della musica un inno della sua generazione, definita Z, nata tra il 1997 e il 2011. Ragazzi su cui la società ha sempre pregiudizi perché nati nell’epoca dei social e delle comodità moderne. AILO si forma grazie ad un maestro che di musica se ne intende, ha formato un nome noto del panorama musicale italiano, Francesco Gabbani.

In questa chiacchierata abbiamo parlato dei diversi strumenti che AILO suona, dei consigli preziosi del suo maestro, del suo nuovo singolo Gen Z e di molto altro!


Ciao e benvenuta! Tu oltre ad essere una cantautrice suoni anche diversi strumenti: chitarra, pianoforte, basso, ukulele. Qual è lo strumento con cui senti che la tua musica riesca a prendere la giusta forma?

Senza dubbio la chitarra, è stato il mio primo amore, lo strumento che mi ha fatto avvicinare alla musica e quello che ancora oggi, quando canto, mi fa sentire più al sicuro.

A soli 14 anni incontri il maestro di Francesco Gabbani grazie al quale prende vita il tuo album d’esordio, SeDici. Qual è il consiglio più importante che ti ha dato per valorizzare al meglio la tua musica?

Sembrerà banale, ma ricordo alcune parole di Francesco che mi hanno lasciato tanto. Lui ci ha messo anni per arrivare dov’è oggi e, nonostante le difficoltà e le porte in faccia, è rimasto sempre sé stesso portando avanti quella che era la sua visione della propria musica senza scendere a compromessi.

Quindi il credere in ciò che si è, indipendentemente da chi ci si trova davanti. Se vogliono cambiarti è perché non apprezzano al 100% ciò che sei tu, e quindi davvero dovrei avere a che fare con chi già sa di volermi differente da come sono?

AILO

Nel 2018 incontri il producer Deville con cui inizi una collaborazione. Come vi siete conosciuti?

Io ero piccola, avevo 17 anni e pubblicavo musica solo per il piacere di farlo su YouTube. Alessandro e il suo talent scout intercettarono alcuni di questi video e subito mi proposero una collaborazione. È stato divertente e ricordo quella prima collaborazione, ancora oggi, con il sorriso. Sono stati i primi a credere nel mio progetto.

Il tuo nuovo singolo è Gen Z, descrivilo usando tre aggettivi.

Fresco, generazionale e real.

In questo brano unisci l’indie pop e punk rock, come sei riuscita a trovare un equilibrio tra questi diversi generi musicali?

Mi sono sempre affacciata alla scrittura dei testi con un approccio particolarmente cantautorale, ma nel mio background ci sono anni e anni di ascolti punk rock, per cui ho deciso di non volermi fermare all’indie, ma di cucire un vestito ad hoc ai miei testi, super grintoso, che faccia venir voglia a chi ascolta i miei brani di muovere parecchio la testa.

Come mai hai deciso di dedicare una canzone alla generazione Z?

Perché è la mia generazione, quella in cui sono nata. In più per sfatare tutti quei falsi miti della “generazione di chi non ha voglia di fare”, non è così, abbiamo un sacco di potenziale tra una bravata e l’altra. Siamo giovani e proiettati verso il futuro. In più spero che la mia generazione sia davvero la generazione che abbatte tutte quelle inutili etichette che la società ancora impone come corrette e classificatorie. Siamo liberi, amiamo chi vogliamo e siamo felici di poter essere liberi.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Sto preparando diversi singoli per un progetto top secret e nulla, speriamo vada bene. Sto collaborando con persone super competenti, che spaccano. Ci sentiamo presto


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