Intervista a Centherbe

Centherbe

Il cantante Centherbe è un cantautore che si fa ispirare per la scrittura delle sue canzoni dalla migliore tradizione musicale italiana. Nonostante sia nel mondo della musica da pochi anni, ha già pubblicato due EP.

In questa chiacchierata abbiamo parlato del suo nome d’arte, dei suoi lavori discografici già pubblicati, del suo nuovo singolo Nessun giorno torna e di molto altro!


Ciao e benvenuto! Il tuo nome d’arte è molto originale, da dove ti è arrivata l’ispirazione?

C’è un aneddoto legato alla mia infanzia, avrò avuto dodici anni. Ero al mare con dei miei carissimi amici di Milano, quelle amicizie che durano per una vita intera. Il padre, Renato, ci dette un bicchierino di amaro Cent’erbe, che insieme ai 40 gradi di agosto e alla nostra giovanissima età, ci fece letteralmente barcollare. Non so per quale motivo mi venne d’istinto di dire che se avessi fatto il cantautore mi sarei chiamato Centherbe.

Ovviamente, l’acca è stata introdotta sia per non incappare in omonimia con l’amaro, che per il significato… come a dire che la mia musica è varia, aperta a contaminazioni di ogni tipo, come un thè di cento erbe.

In pochi anni hai pubblicato un album e due EP, secondo te cosa hanno portato questi lavori discografici alla crescita del tuo progetto musicale?

In realtà il disco non è ancora uscito, sarà fuori a giugno. Ad oggi è uscito solo il primo singolo Nessun Giorno Torna. È stato un periodo di produzione intensiva è vero. Ho molti progetti e stiamo cercando di portarli a termine con la giusta calma.

Se il primo EP Ogni Buio Ha Un Suo Bagliore uscito nel Novembre 2022 era molto ricco di sonorità rock e chitarre distorte, il secondo, La Malaeducación uscito nell’Aprile 2023, era più POP con influenze latino- americane e l’introduzione in diversi pezzi dei fiati. Adoro sperimentare cose nuove, la musica non ha confini in questo. Comunque l’album non è stato ancora pubblicato, è in uscita prevista per giugno.

Centherbe

Sei uno degli esponenti della nuova leva del cantautorato italiano. Credi che in un periodo storico come quello che stiamo vivendo i cantautori possono ancora avere un posto nelle radio e nelle classifiche italiane?

Io credo che tutto torni nel tempo. Per quanto accada in modi e forme diverse, tutto torna e sono convinto che dopo la lunga pausa forzata dal COVID con la conseguente chiusura di molti locali che facevano suonare gruppi e cantautori, ci sia un risveglio generale. Si avverte anche il fatto che la gente stia riscoprendo la curiosità di ascoltare cose nuove.

Il tuo nuovo singolo è Nessun giorno torna, descrivilo usando tre aggettivi.

Malinconico, Sognante, Beatlesiano.

In questo brano racconti i ricordi della tua giovinezza passata negli anni Novanta tra l’invasione di internet nelle case, i primi computer e cellulari. Il fascino di questi anni come ti hanno ispirato per la creazione di nuova musica?

Erano anni bellissimi, oltre per il fatto che eravamo più giovani, perché in Italia c’era una scena indie davvero valida… Cristina Donà, Paolo Benvegnù, Litifiba, Afterhours, Marlene, Verdena sopra tutti in assoluto. C’era fermento, c’erano locali e tantissimi festival e concerti. Era la generazione che ha visto chiudere un secolo per aprire un millennio. Abbiamo assistito alla rivoluzione più grande degli ultimi cinquant’anni: quella di internet.

È una generazione un po’ in picchiata, un po’ disperata… come i kamikaze. Una generazione che di colpo si è dovuta reinventare ma che ha ancora tanta voglia di vivere davvero.

Al giorno d’oggi i rapporti sono diventati più freddi rendendo la realtà più arida. Secondo te cosa bisognerebbe fare per tornare a vivere con spensieratezza come negli anni Novanta?

Innanzitutto quando ci si doveva incontrare, si fissava a voce. Cioè, se dicevi che alle 16.00 eri al campino, alle 16.00 tutti eravamo a fare le squadre. Non esistevano i telefonini. Non siamo cresciuti con i tablet, ma in mezzo alla campagna.

Se uno andava al mare sempre nello stesso posto instaurava amicizie parlando tra i gommoni. Quei legami sarebbero diventati fortissimi nel tempo. Non si può tornare indietro, nessun giorno torna. Sicuramente, si può scegliere di vivere decidendo che tipo di qualità si voglia dare alla propria vita e che significato dare alla parola “qualità”.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Dunque, oltre che progettare i live per l’estate, insieme a Fabio Zini, chitarrista e produttore artistico degli ultimi miei lavori, stiamo già lavorando a cose nuove in una direzione ovviamente diversa, che per ora preferiamo non svelare.

Inoltre, uscirà a breve un libro contenente una raccolta di tutti i miei testi pubblicati fino ad oggi (compreso anche il disco che uscirà a Giugno) e un piccolo racconto dal titolo “Centherbe e la setta del Dio Sole”.


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