Intervista a Umberto De Cicco

Umberto De Cicco

Il cantante Umberto De Cicco propone in Italia un genere musicale che non si ascolta tutti i giorni, il rock progressive psichedelico. Ha all’attivo già un album uscito nel 2021 e ora sta ultimando il suo nuovo lavoro discografico.

In questa chiacchierata abbiamo parlato del suo essere musicista/compositore/cantante, dei suoi diversi singoli, del nuovo album a cui sta lavorando e di molto altro!


Ciao e benvenuto! Tu sei un cantante, musicista, compositore. In quale di questi ruoli ti senti più a tuo agio?

Ciao e grazie per l’intervista. Fa sempre piacere poter parlare della propria musica. Colgo l’occasione per sottolineare l’impegno e la passione che metti per dar voce agli artisti “minori” o emergenti come si suol dire.

Rispondendo alla tua domanda direi che mi sento a mio agio in tutti i ruoli, forse negli ultimi tempi essendo manager di me stesso il ruolo di “organizzatore” spesso prende il sopravvento sugli altri aspetti, è la parte forse più “noiosa” ma necessaria, è inutile autoprodursi e poi non curare gli aspetti della distribuzione o piuttosto la parte legata agli uffici stampa e quant’altro.

Il tuo genere musicale è il rock progressive psichedelico, uno stile che nella musica italiana non si trova facilmente! Come mai hai deciso di buttarti in questo mondo sonoro?

Su questo punto mi sento di dire di sentirmi orgoglioso, far parte un po’ della “minoranza” musicale, stare un po’ dall’altra parte della sponda, ti dirò mi piace, rispetto chi la pensa diversamente da me dal punto di vista musicale, ma le mode musicali che vanno oggi per la maggiore non rappresentano i miei gusti, detto ciò dà sempre ho “navigato” nella galassia Rock, ho iniziato da ragazzino con la classica band che faceva cover e da lì poi è nato il tutto, credo che il rock nelle sue varie sfaccettature e forme avrà sempre lunga vita e si ritaglierà sempre il suo spazio di interesse, piccolo o grande che sia.

Umberto De Cicco

Nel 2021 pubblichi il tuo primo album, Magma and flowers. Qual è il ricordo più bello legato al tuo primo lavoro discografico?

Un album rappresenta per qualsiasi musicista un fine percorso fatto di sacrifici, idee, energie veicolate tutte per produrre il miglio risultato possibile, detto questo il ricordo che ho è quello di aver provato una grande soddisfazione veder materializzato il lavoro di più di un anno, consapevole che si poteva far meglio, consapevole anche che essendo un disco autoprodotto ho chiesto a me stesso il massimo sforzo. Un album o una canzone è qualcosa che rimarrà per sempre è una traccia che solcherà il tempo a lungo, quindi è una responsabilità ed una testimonianza di te che ti rappresenterà nel bene e nel male a lungo termine.

Sei tornato nella musica con due nuovi singoli. Il primo è stato Like Houdini, come mai hai deciso di parlare del famoso illusionista?

Like Houdini è stato un brano concepito in piena Pandemia, Houdini è stato il “pretesto” per mettere in musica la voglia di liberarsi da qualcosa che in quel momento ci stava opprimendo, fermo restando che ho sempre avuto grande ammirazione per questo personaggio, se ci penso bene è quasi sicuramente uno dei primi se non il primo super eroe, a differenza che non è un prodotto dell’immaginazione come Superman ma una persona che è esistita veramente, riscuote sempre una grande curiosità collettiva la vita e il personaggio di Houdini.

In my Dreams affronti il mondo dei sogni, in che modo può essere collegato al tuo precedente singolo?

Il filo conduttore tra i due singoli è sicuramente il subconscio, visto chiaramente da punti di vista diversi, nello specifico In My Dreams all’interno del secondo album Hypnotica Quantica è sicuramente il brano più “leggero” sia dal punto di vista musicale in quanto è un brano semi-acustico, sia dal punto di vista della tematica in poiché è il tentativo ti voler catturare gli istanti che precedono il risveglio da un sogno.

Il tuo nuovo album è dedicato all’esplorazione del subconscio cercando di scoprire la dimensione più sconosciuta della mente umana. Come mai hai deciso di dedicarti a questo tema?

E’ un tema in verità che mi ha sempre affascinato molto. Forse anche i tempi che viviamo mi hanno spinto a cercare risposte o anche più semplicemente punti di vista molto soggettivi e personali. Il mondo cambia rapidamente, più veloce di quanto possiamo percepire, di pari passo la psiche collettiva subisce mutamenti a volte percettibili e a volte no, la mente umana è capace di creare cose ingegnose ma al tempo stesso ha anche una capacità distruttiva imperdonabile, riferimento alle guerre che sono sparse per il mondo e quindi non solo a quella in Ucraina, l’uomo ha bisogno di studiare ancora più a fonde se stesso, il progresso non è sufficiente a giustificare gli errori che commette continuamente la razza umana, in Hypnotica Quantica uno dei messaggi è proprio questo, ovvero trovarsi in un “loop” vizioso dal quale non si riesce ad uscire.

Quali sono i tuoi prossimi progetti, oltre al nuovo disco?

I miei prossimi progetti coincidono con l’uscita del secondo disco. Ancora non è ultimato e sto lavorando sulle canzoni incomplete. Voglio focalizzare le energie e la passione necessaria per produrre questo secondo album, che come ti dicevo prima è un qualcosa che mi rappresenterà nel tempo.


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