Intervista a Napodano

Napodano

Il cantautore Napodano ha raccolto diverse influenze per la sua musica viaggiando in giro per l’Europa trovando la sua casa in Belgio. Il suo primo EP ha conquistato diversi traguardi come il premio MEI La musica è Lavoro e il Premio Bertoli.

In questa chiacchierata con Napodano abbiamo parlato delle sue esperienze europee, dei premi conquistati con la sua musica, del suo nuovo album Non ci sono + i cantautori e di molto altro!


Ciao e benvenuto Napodano! Nel corso della tua vita hai raccolto viaggi ed esperienze in giro per l’Europa fino a trovare casa in Belgio. Come hanno arricchito queste esperienze la tua musica?

Conoscendo posti e soprattutto conoscere musica e musicisti, rendendomi conto che non c’è solo il mainstream, quello che passa nelle grandi radio e in tv, ma che esiste un mondo enorme, molto più grande di quello patinato da copertina che è artisticamente pregevole e che vive di energia e di concerti, non di scandali da rotocalco e talent.

Un curioso animale ha ispirato la scrittura del brano del tuo primo EP, ossia i ratti. Avresti mai immaginato che questa canzone arrivasse a vincere il premio MEI La musica è lavoro e la targa Acep-Unania al Premio Bertoli?

Immaginato, no, perché non credo sarebbe stato possibile, ma che Storia di un Ratto sia una canzone che fa SEMPRE breccia in chi l’ascolta, quello sì. Ho suonato in ogni genere di contesto, dal teatro alla baracca più squallida e schifosa in non so quante città in Italia e in Europa, e quella canzone mi ha sempre dato grandi soddisfazioni (anche quando non capivano il testo!). W i Ratti!

Napodano

Il periodo della pandemia non ti ha fermato tra tour di live e scritture di nuovi brani. Secondo te qual è il segreto per non abbandonarsi ai momenti difficili come questo?

La fame, sicuramente. Io vivo di musica; faccio solo quello nella vita da svariati anni, quindi o lavoravo o avrei sentito il riverbero nel frigo, e non mi sembrava il caso!! 😉

Il tuo nuovo album è Non ci sono + i cantautori, descrivilo usando tre aggettivi.

Intimo, romantico, piacevole.

Credi che nel 2024 non ci sia più possibilità di trovare dei cantautori come quelli che hanno reso grande la musica italiana nel passato?

Al contrario, ce ne sono anche di più! É che non stanno più dove stavano prima quindi chi ha continuato a cercarli là, non li ha più trovati. La corrente cantautorale italiana è fortissima ed è superiore in numero a tutto quello che emerge e finisce in tv. Festival, concorsi, teatri e sale concerti sono il luogo naturale per fare musica ed è la che si trovano i musicisti. Nei talent, nelle gare televisive, nelle radio principali, c’è quello che ci viene propinato da una industria non veritiera. Le gare poi le devono fare i cani e i cavalli, non i musicisti.

Questo album viene anticipato dal singolo Quando cade un dente. È un brano che ricorda una filastrocca per bambini ma che nasconde una metafora che accompagna una paura ben più grande. Come mai hai deciso di usare il linguaggio dei bambini per questa canzone?

Perché l’ho voluta interpretare come una favola, con un incipit talmente semplice da poter essere considerata infantile e un finale così triste da non poter essere più vero.

Una delle canzoni che mi ha colpito di più è Pinocchio senza fili, com’è nata?

Dal film della Disney, o precisamente da un momento preciso di quel film. Mangiafuoco trova in Pinocchio una potenziale fonte di guadagno giocando sul fatto che pur essendo lui un burattino, è svincolato dal legame dei fili, è libero. Pinocchio balla e canta di questa sua libertà, o meglio, apparente libertà, perché alla fine della canzone Mangiafuoco lo prende insieme agli altri burattini e lo mette in gabbia. Sentirsi liberi, sentirsi senza fili soltanto per convincersi di non essere più parte di un legame quando dentro sai bene che quel legame ci sarà per sempre.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Da pochissimo ho cominciato a collaborare con la “Anthill booking”, che ha trovato interessante il mio progetto e che mi sta programmando un numero notevole di concerti e aperture di concerti almeno fino al prossimo autunno. Quindi c’è da aspettarsi soltanto tanta, tanta musica!


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