Intervista a Moderno

Moderno

Il cantante Moderno unisce la musica al mondo della filosofia perché quando non è sui palchi veste i panni del professore. Nel corso della sua carriera musicale ha calcato diversi contesti insieme alle band Unminutodisilenzio e Io non sono Bogte.

In questa chiacchierata abbiamo parlato del suo nome d’arte, dell’unione tra musica e filosofia, del suo nuovo singolo L.G.E.D. e di molto altro!


Ciao e benvenuto! Il tuo nome d’arte è semplice ma d’effetto, mi ha colpito subito. In che cosa ti senti moderno?

Mi sento come uno che descrive il tempo presente, cercando di capire cosa c’è sotto ai comportamenti di questi esserini chiamati umani, che poi in realtà sono disumani. Anch’io sono in questo mucchio di egoisti, capitalisti, qualche volta romantici e amanti del mondo. Moderno è il mondo di oggi, moderno sarà anche il mondo di domani.

Tu non sei solamente un cantante ma anche un professore di filosofia. Come mai hai deciso di unire questo mondo nella tua musica?

Questa storia d’amore tra musica e filosofia, passando per la poesia, è venuta naturale. Pensiero, note e parole sono strettamente intrecciati e si stimolano a vicenda. D’altronde tra le mie più grandi fonti d’ispirazione c’è Franco Battiato.

Moderno

Come tanti tuoi colleghi hai iniziato la tua carriera musicale insieme a delle band con cui hai calcato palchi importanti come Musicultura, Roxy Bar… cosa ti ha portato a continuare come solista?

Sono sempre stato iperproduttivo, non riesco a concepire l’atto del suonare staccato dall’atto dello scrivere e del creare. A un certo punto ho preso coraggio e mi son messo a cantare, inizialmente in modo inascoltabile, poi sempre meglio. Adesso sono a metà del percorso.

Il tuo nuovo singolo è L.G.E.D. descrivilo usando tre aggettivi.

Trance. Galoppante. Rivoluzionario.

La tua nuova canzone affronta l’età della maturazione dell’individuo dove ci sono cambiamenti inevitabili ma anche l’eterna attesa di una svolta. Cosa consiglieresti ad un ragazzo che non riesce a trovare un equilibrio in una situazione del genere?

Consiglierei di rispettare i propri tempi, senza dipendere dai tempi della società della performance. Il sistema occidentale ti impone di essere produttivo, veloce e di accumulare cose. A volte ci casco anche io. Cercherei di “rovesciare” questi idoli e vedere cosa resta sul fondo: magari solo la voglia di una semplice nuotata.

Questo brano segue il tuo precedente singolo L’unica specie che sa per descrivere le sensazioni di un giovane uomo che si muove tra cambiamenti molecolari ed epocali. Come è nata quest’idea di raccontare in musica la crescita?

L’idea dei nuovi brani che sto producendo è quella di raccontare una fase di mutamento personale. Mi sono scontrato per una serie di motivi con “l’età adulta” e ho fatto alcune riflessioni. In contemporanea ho visto il mondo in cui vivo sempre più vicino ad una crisi irreversibile. Ma non voglio fare l’apocalittico, cerco il mio benessere ricordandomi che dipende anche da come mi comporto con l’ambiente intorno.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Fare un tour estivo che mi fomenta abbastanza, poi finire di produrre il nuovo album entro la fine dell’anno. Se nel frattempo verrà l’Apocalisse, almeno la affronterò canticchiando, accettando che siamo fatti così. 


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