Intervista a I Tremendi

I Tremendi

La band I Tremendi nasce nel 2016 seguendo la voglia di unire due mondi sonori apparentemente diversi tra loro, ossia il rock e l’hip hop. Questa scelta si rivela vincente e porta la band su palchi importanti come l’esibizione all’interno dell’Earth Day di Roma.

In questa chiacchierata abbiamo parlato del nome della band, delle loro collaborazioni, del loro nuovo disco Molto di più e molto altro!


Ciao e benvenuti! Il nome della band è molto interessante, complimenti! In che cosa vi sentite più tremendi?

Ci sentiamo tremendi sul palco, quando liberiamo la nostra energia verso il pubblico con passione e dedizione. Questo tratto distintivo si manifesta sempre quando siamo insieme ed è il nostro punto di forza.

La vostra carriera inizia con un’esibizione all’interno dell’Earth Day di Roma. Una grande occasione per far conoscere la vostra musica. Cosa vi ha lasciato quell’esperienza?

È stato incredibile. Era la prima volta che salivamo su un palco del genere come Tremendi, un’emozione stupenda. Ci ha lasciato la voglia di tornare su palchi del genere e di continuare il nostro percorso con più determinazione.

I Tremendi

Il 2021 è l’anno di svolta artistico della vostra musica grazie alla collaborazione con Fabrizio Simoncioni. Cosa ha portato di nuovo nella vostra arte?

Fabrizio è un maestro assoluto, una leggenda. Lavorare con lui è stato incredibilmente facile e soddisfacente e ci ha fatto crescere come band. Ha saputo metterci a nostro agio ed ha aggiunto la sua esperienza alla nostra musica tirando fuori da noi il massimo.

Il vostro nuovo album è Molto di più. Voi cosa chiedete di più alla vostra vita e alla carriera dei Tremendi?

Chiediamo spazio e fiducia. La nostra musica ha bisogno di muoversi liberamente e di arrivare a più orecchie possibili libera dai vincoli, siamo sicuri che il messaggio presto arriverà.

All’interno del disco ci sono diverse collaborazioni, come ad esempio quella con Josè Caraballo Armas nel brano Mamba. Come è nata la vostra collaborazione?

Avevamo già scritto Mamba ma sentivamo che mancava qualcosa per renderla davvero completa. Tramite Mattia Del Forno ci siamo messi in contatto con Josè Ramon che si è dimostrato subito disponibile ed entusiasta di far parte del progetto. Un musicista incredibile con cui ci siamo ritrovati che ha saputo unirsi a noi con maestria. La tromba nel finale poi è pura magia.

Una canzone che ha attirato la mia curiosità è La mia scienza, un inno alla libertà e alla verità. Cosa ha ispirato questo brano?

Volevamo scrivere un brano che fosse un tributo sonoro all’hiphop e al rap che ci ha ispirati durante tutto il nostro percorso. Il testo di Simone ha acceso la scintilla, con le sue rime taglienti e dirette abbiamo costruito un brano che è potente e cresce intorno alle sue parole. Rappresenta anche la nostra predisposizione a raccontare le storie, a proporre un rap che abbia contenuti e che faccia riflettere.

Quali sono i vostri prossimi progetti?

Tanti live, in tutta Italia. E stiamo già lavorando al nuovo album quindi restate connessi, il bello deve ancora venire!


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