Intervista ai Mahatmos

Mahatmos

Il duo Mahatmos ha passato gran parte della sua carriera a collaborare e produrre canzoni con e per altri artisti. Ora hanno deciso di continuare con il proprio progetto pubblicando un disco dove uniscono le voci di personaggi importanti del mondo della storia alla musica elettronica.

In questa chiacchierata con i Mahatmos abbiamo parlato dei loro inizi, dell’arrivo della loro musica nel mondo televisivo, del loro album The Last Interview e di molto altro!


Ciao e benvenuti Mahatmos! Il vostro duo nasce dopo anni di collaborazioni e produzioni con e per altri artisti. Cosa vi ha portato al bisogno di creare una vostra nuova fase musicale?

Avevamo molto materiale raccolto negli anni prodotto un po’ per noi e un po’ per i vari lavori che abbiamo fatto per documentari, programmi e serie TV, ecc. Così abbiamo deciso di raccoglierlo, sistemarlo e anche di produrne di nuovo come nel caso di The Last Interview. Il bisogno di cui parli è appunto come dice la parola un bisogno, una necessità che nasce da dentro. Nonostante le delusioni e le sconfitte si ha ancora voglia di dire qualcosa senza pretese.

Nel vostro progetto musicale volete esplorare il mondo dell’ambient e dell’elettronica ma non solo. In un mondo musicale come quello italiano credete che il vostro stile musicale riesca ad ottenere la curiosità del mercato discografico italiano?

No, non credo che il mercato discografico possa essere interessato a noi, neanche lontanamente, ma anche a noi interessa poco considerando quali sono le produzioni più in voga. Nel senso che a noi piace fare colonne sonore, serie televisive, documentari, ecc. Quindi se ci sarà occasione collaboreremo sicuramente con etichette più adatte al nostro mondo che forse sono poco presenti in Italia purtroppo.

Le vostre tracce sono state usate per diversi spot, documentari e programmi televisivi come Kilimangiaro, Speciale TG1 e molti altri. Secondo voi qual è il segreto per creare canzoni perfette per il mondo televisivo?

È una domanda difficilissima, ognuno ha fatto il proprio percorso e ha il proprio modo per arrivare al risultato. Per sintetizzare brutalmente potrei dirti “Less is more…”

Mahatmos

Il vostro ultimo EP è The Last Interview, descrivitelo usando tre aggettivi.

Unico, suggestivo, emozionante (meglio se comprendi anche i testi).

In questo lavoro discografico unite le voci di cinque pionieri del passato con la musica elettronica. Da dove è nata l’idea per un disco così originale?

È nata per caso come spesso accade per le cose più interessanti. Una mia amica aveva pubblicato su FB il video di Orwell in cui fa questa intervista che io già conoscevo; negli stessi giorni Gianluca mi aveva mandato la parte di piano che a dire la verità non mi aveva colpito più di tanto.

Poi però ho avuto l’idea di provare a mettere la voce su quel piano ed è stata una bomba. La voce si incastrava meravigliosamente nella musica (tieni presente che la voce non è stata tagliata o montata), le pause erano perfette e anche i cambi armonici con il significato del testo.

Come avete scelto le voci dei personaggi storici in modo tale da creare un album come ponte di collegamento tra passato e presente?

Sono tutti personaggi che un po’ ci hanno sempre colpito, che ci portiamo dentro. E sono personaggi che in qualche modo hanno visto in anticipo alcuni problemi che oggi sono diventati importanti. Quello che ci piace di più di tutti loro è il fatto che erano dei visionari, cioè vedevano cose che gli altri non riuscivano a vedere, oltre la realtà. E avevano ragione…

Quali sono i vostri prossimi progetti?

Abbiamo molte cose in pentola. Stiamo per video-registrare un concerto in studio e poi vorremmo riuscire a fare dei concerti per presentare The Last Interview.

Abbiamo da poco concluso la sonorizzazione di un videogame e di un programma televisivo che pubblicheremo a breve. Dopo l’estate vorremmo pubblicare un disco di musica Ambient che è già pronto per metà e un disco di cover cantate e non di cui abbiamo già diverse idee. Insomma, da fare ne abbiamo…


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