Intervista ai Jamilla Dischi

Jamilla Dischi

Il progetto Jamilla Dischi oltre ad essere un duo artistico è anche un collettivo giovanile e booking indipendente. Una realtà interessante che vuole unire le nuove proposte musicali in un mondo dove regnano quasi sempre l’invidia e l’individualismo.

In questa chiacchierata abbiamo parlato dei loro ruoli, del genere musicale nu hybrid hyper trap, del singolo d’esordio Gyarados e di molto altro!


Ciao e benvenuti! Dietro il nome Jamilla Dischi si nasconde un duo artistico ma anche collettivo giovanile e booking indipendente. Quale di questi ruoli sentite che rappresenta a pieno il vostro progetto?

Tutti e tre. Il mondo discografico è ampiamente corrotto, nel senso che se si è giovani, si ha talento (ma anche se non lo si ha), e si ha qualcosa da comunicare con la musica, si diventa le prede preferite di etichette mangiasoldi, pronte a promettere la luna dietro lauti compensi. Noi siamo diversi.

Con la vostra musica volete portare in Italia e in generale nel mondo della musica un nuovo genere ossia la nu hybrid hyper trap. Potete spiegare in semplicità in cosa consiste?

Siamo molto ironici e autoironici, praticamente ogni volta che ci vediamo coniamo un nuovo genere che ci rappresenti, trovando termini sempre più assurdi e improbabili. Diciamo che la nostra musica è prevalentemente elettronica mescolata al rap, resa in chiave hardcore. Secondo noi, in verità, più che il resto siamo veri punk.

Il vostro singolo di debutto è Gyarados, descrivetelo usando tre aggettivi.

Violento, inaudito, rivoluzionario.

In questo brano come mai avete voluto rendere protagonista il Pokémon che rappresenta la rivincita dell’innocuo Magikarp?

Nessuna spiegazione oltre la superficie. Semplicemente è una parola che fa parte della strofa e a, posteriori, abbiamo scelto quella come titolo perché era un bel nome, accattivante, e in più Gyarados è un Pokémon fighissimo.

Jamilla Dischi

I Jamilla Dischi vogliono aiutare nuove realtà musicali ad imporsi sulla scena indipendente. Un’iniziativa lodevole in un ambiente dove per la maggior parte dei casi regna l’invidia e la voglia di farcela da soli. Come è nata quest’idea?

Facciamo parte di un’associazione di nome RIL FACTORY che si occupa proprio di aiutare i ragazzi in difficoltà o senza una direzione a dare il meglio di sé, a trovare uno sfogo sano e costruttivo nella musica; è nella nostra indole creare una realtà che unisca piuttosto che dividere, che racconti storie di rivalsa, che metta in crisi le idiozie consumiste e individualistiche che il mondo di oggi e il mercato discografico propagandano h24. Sappiamo bene come ragionano le etichette indipendenti e i manager improvvisati, nessuno ha interesse a investire sugli artisti ma solo a riempirsi la pancia. Noi diamo la possibilità ai ragazzi che si impegnano e se lo meritano, di allargare il proprio pubblico e di salire su palchi via via più grossi, cosa che noi, come duo artistico, cerchiamo di fare con loro.

Quali sono i vostri prossimi progetti?

Un album e un tour fuori dalla Lombardia.


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