Intervista agli Anticorpi

Anticorpi

Gli Anticorpi sono una band che ha subito attirato la mia attenzione proponendo Godzilla alle elezioni! Un’idea folle vero? Però chissà… La band nasce dall’incontro tra un romanziere e un musicista elettronico. I loro concerti sono un vero e proprio spettacolo che… leggerete nell’intervista!

Oltre ai concerti, abbiamo parlato del loro nuovo singolo Poliamore mio, della loro voglia di cantare il domani con la grammatica del futuro e di molto altro!


Ciao e benvenuti! Come mai un romanziere e un musicista elettronico hanno voluto formare una band future pop?

Ciao a voi! Non volevamo accettare il dualismo per il quale se la musica elettronica è veloce e ballabile. Deve per forza avere testi scemi e vuoti, e che invece la tristezza sia il mood per ciò che è di contenuto. L’idea sempliciona per la quale ciò che è colto deve essere solo anima mentre ciò che è fisico e carnale deve essere relegato al regno della superficialità. La nostra è musica intensa e veloce veicoliamo testi su cui lavoriamo moltissimo. Vogliamo far sudare sia i corpi che i cervelli.

Voi volete cantare il domani partendo dal presente con la grammatica del futuro. Nel concreto come realizzate questa missione?

Il nostro approccio musicale è apertamente punk-rock ma utilizziamo synth e computer al posto delle chitarre. Ogni canzone, ogni testo si origina da un aspetto della realtà di cui vogliamo parlare. Sul quale vogliamo dire la nostra, ma non vogliamo farla con banale retorica meta-politica. Vogliamo farla con gli occhi, liberi, ingenui e anarchici, di un bambino che dal futuro legge cosa accadeva in questi giorni e dice: ma che cazzo!

Anticorpi

Le vostre influenze arrivano soprattutto dal mondo tedesco, dalla capitale nello specifico. Cosa avete trovato a Berlino che ancora manca in Italia?

Viviamo tra Pescara e Berlino, tra quella che riteniamo la capitale della libertà individuale, della musica elettronica, dell’edonismo e della creatività, con la piccola provincia italiana, nella cui penombra possono germogliare molte cose genuine e interessanti. A Berlino, così in tutta quell’Europa che crede nella cultura, c’è il coraggio di innovare, di crescere, di evolversi, mentre da noi qui la creatività è rinchiusa nel terrore di uscire fuori dal mercato. E allora si deve fare e rifare solo quello che è stato già fatto, con minime variazioni, per essere sicuri, per non uscire dalla confort zone del vendibile. Oltre questo Paese che ha il freno a mano tirato, più si produce cultura diversa e più se ne consuma. Se in Italia libri e dischi si consumano meno degli altri Paesi e perché la scelta è ristrettissima, ci sono tre generi e se non ti piacciono quelli attaccati.

I vostri concerti non sono solamente musica ma anche intrattenimento visivo grazie alla dancer professionista Nurse-X. Perché indossa vestiti da infermiera?

Tutta la nostra estetica è medical, noi abbiamo camici medici e sul palco montiamo uno schermo dal quale canta e interagisce con il pubblico Elettra, la nostra frontgirl virtuale, e ci chiamiamo Anticorpi, perché vogliamo sintetizzare farmaci musicali contro banalità, idiozia e conformismo. Noi lavoriamo moltissimo sulle performance live, con una factory di videoartisti che elaborano i visual (tra cui Franz Longhi, Virginia Jukuki Capoluongo e Marzio Santoro) e con questa dancer professionista di Firenze che aggiunge, con i suoi movimenti, dei coinvolgenti significanti fisici ai nostri messaggi.

Ho iniziato a parlare di voi col vostro singolo Vota Estinzione. Come mai avete preso come eroe della situazione Godzilla che per salvare il mondo si candida alle elezioni?

Godzilla è l’unico che può davvero aiutarci! Il nostro pianeta è minacciato da una e una sola terribile creatura: l’uomo, parassita egoista che divora e distrugge. Inutili le vuote promesse degli imperatori della terra, e temiamo che anche la battaglia di Greta non possa prevalere se non eliminiamo il problema alla radice: estinguere la razza umana! Dopo aver ascoltato il nostro brano, Godzilla ha finalmente accettato la nostra proposta di candidatura a Premier per poter iniziare subito questo concreto ed efficace programma di riforme: l’estinzione!

In occasione di San Valentino siete tornati con il singolo Poliamore mio, descrivetelo usando tre aggettivi.

Energizzante, liberante, aprente.

È una canzone che vuole celebrare l’amore in ogni sua sfumatura, unendo un testo contro il vecchio concetto dell’amore con una musica da dancefloor. Come mai questo mix?

Volevamo raccontare come esistono mille diverse possibilità relazionali, tra cui il poliamore. La musica elettronica è il vettore dei nostri messaggi, che anche quando sono radicali e politically scorrect non sono cupi e tristi, si parla di libertà quindi è giusto ballare. Ci piace che la gente balli mentre ci ascolta. Il brano parla di ampliare il concetto di amore per renderlo più vero, più aderente alla realtà. La relazione eterosessuale e monogama è uno splendido tipo di relazione ma è solo una delle possibilità, una delle tante relazioni d’amore possibili. Tutte ugualmente degne purché scelte in modo libero e consapevole. Il poliamore è anche la possibilità di decostruire quei percorsi di vita che sembrano obbligati, che sembrano senza alternativa, gli unici che ci propongono come normali.

Quali sono i vostri prossimi progetti?

Tornare subito sui palchi e riconnetterci finalmente con tutti quegli splendidi mondi umani di carne ed emozioni che la pandemia aveva anestetizzato nel virtuale. E poi lavorare con calma a nuovi inediti che usciranno tutti con il nostro Album quest’autunno.


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