Intervista a Vinnie

Vinnie

L’artista Vinnie è una giovane nuova voce che arriva da Palermo. Si approccia da subito allo studio del pianoforte e del cantautorato creando uno stile che abbraccia influenze rap, trap e della scena indie.

In questa chiacchierata abbiamo parlato delle sue influenze, dello stile neo-soul e R&B, del suo ultimo singolo Camera 7 e di molto altro!


Ciao e benvenuto! Nel corso dei tuoi anni di studio della musica hai iniziato studiando piano e canto. Ma poi si ti sei specializzato nello stile neo-soul e R&B. Cosa ti ha colpito maggiormente di questo genere musicale?

Ciao e grazie a voi di avermi dato questo spazio. Per rispondere alla vostra domanda partirei dicendo che in realtà non ho mai smesso di studiare musica. Frequento ancora pianoforte jazz a Siena e ho intenzione di laurearmi al conservatorio. Specializzarmi in questi stili per me è stato quasi naturale, perché vedo un connubio perfetto tra il soul, l’r&b e il jazz.

Oltre a questo le tue canzoni nascono dalle influenze trap, rap e della scena indie per rappresentare un connubio tra la sfacciataggine tipica della Gen Z ed il clichè romantico. Come riesci a creare questo equilibrio?

Sono sempre stato affascinato dall’idea di unire gli opposti. La sfacciataggine ed i testi diretti sono sicuramente figli della mia generazione e non ci rinuncerei mai, ma sono anche consapevole che non potrebbero mai bastarmi, perché in realtà sono davvero un romantico.

Quando dico “romantico”, lo intendo nel senso più ampio del termine: sono il tipo che si innamora continuamente di qualche nuovo aspetto della vita, dei miei amici, dei progetti che abbraccio. Volevo che la mia musica riflettesse tutto questo, restando godibile e capace di far stare bene le persone.

Il tuo nuovo singolo è Camera 7, descrivilo usando tre aggettivi.

Sceglierei “universale”, “intimo” e “illusorio”. Universale, perché il mio intento era scrivere un brano in grado di toccare chiunque lo ascolti.

Intimo, perché nasce da una mia esperienza passata non proprio idilliaca e perciò lo vedo come una catarsi personale.

Illusorio, perché è un singolo che, nell’incontro fra le good vibes del suo mood ed il testo, crea davvero una specie di spazio ibrido, dove i ricordi piacevoli e quelli spiacevoli si mescolano e possono anche giocarti brutti scherzi.

Questa camera, luogo immaginario, rappresenta il tuo passato formato da esperienze ed immagini. Cosa consigli a chi si rifugia nei ricordi lasciando passare il presente sopravvivendo?

A mio parere ognuno dovrebbe trovare la propria “Camera 7” ed entrarci: sono convinto che bisogna sempre affrontare il proprio passato ed i ricordi che questo contiene per conoscersi meglio, soprattutto quando i ricordi in questione non sono positivi.

Poi, però, deve anche subentrare la voglia di uscire da quella stanza. So che può essere difficile, ma la vita vera è fuori: è solo lì che si può mettere in pratica ciò che “Camera 7” ci ha insegnato, altrimenti, come dicevo prima, finisce per diventare solamente una gabbia illusoria.

Vinnie

È il terzo singolo della tua carriera, ti senti cresciuto professionalmente rispetto al tuo primo brano?

Sono convinto che fare musica e scrivere canzoni aiuti tantissimo a crescere e a maturare, sia professionalmente che umanamente. L’ho sempre pensata così, come un modo di conoscersi meglio e di esprimersi. Quindi sì, mi sento cresciuto.

Penso anche di avere maturato molta più consapevolezza dei miei mezzi rispetto a quando è uscito il mio primo singolo, Cliché, o persino rispetto al secondo, Fama. Questo, però, non lo devo solo a me stesso, ma anche e soprattutto al team della mia etichetta, una vera famiglia che mi supporta e sopporta sempre. Il confronto con loro per me è insostituibile e mi dà sempre nuovi spunti per migliorare.


Segui Vinnie su
Instagram