Intervista a Terenzio De Cristofaro

Terenzio De Cristofaro

Il chitarrista Terenzio De Cristofaro inizia il suo cammino nel mondo della musica nel rock e nel blues ma poi si focalizza solamente sul jazz. Nel corso degli anni collabora con nomi importanti della musica italiana e spagnola dopo il suo trasferimento a Barcellona.

In questa chiacchierata abbiamo parlato dei suoi inizi musicali, delle sue diverse collaborazioni, del suo album Distant Places e di molto altro!


Ciao e benvenuto! Inizi a suonare la chitarra classica a 12 anni, ma da dove è arrivato l’amore per questo strumento musicale?

Fin da bambino sono stato attratto dalla musica e in casa se ne ascoltava molta. La passione per la chitarra me l’ha trasmessa mia madre: lei cantava ed io le stavo vicino, cercando di capire come si facevano gli accordi.

I tuoi primi passi nel mondo della musica li fai nel rock e blues, ma poi ti focalizzi soprattutto sul jazz. Cosa ti ha portato verso quella strada?

Ho iniziato con i cantautori italiani per poi passare al rock e al blues. Verso i 18 anni ho iniziato ad ascoltare dischi jazz. Il primo musicista che mi ha colpito è stato John Coltrane. Da lì mi sono innamorato dell’improvvisazione. Con gli anni, attraverso lo studio e la pratica, ho capito che l’improvvisazione non è solo un esercizio di stile, ma un modo per esprimere emozioni nel momento presente e quindi vivere e accettare il momento.

La tua carriera vede la collaborazione con tantissimi nomi italiani e internazionali. Qual è quella cosa che cerchi in un artista per poter decidere di lavorare insieme creando nuova musica?

Le collaborazioni sono molto importanti, soprattutto nel jazz e nella musica improvvisata. Uno degli aspetti che mi ha sempre affascinato è il saper raccontare una “storia”. Collaborando e suonando con musicisti più esperti, si ha la possibilità di entrare in contatto con questo elemento. Il jazz, in questo caso, ti permette di ascoltare molte storie, ma allo stesso tempo ti permette di raccontare la tua storia insieme ai musicisti con cui stai suonando e arrivare a raccontare una storia con un singolo brano.

Terenzio De Cristofaro

Dal 2019 vivi a Barcellona dove lavori con i musicisti della zona. Cosa hai trovato di diverso nella musica spagnola che manca in quella italiana?

Vivendo in Spagna, ho la possibilità di ascoltare molta musica da tutto il mondo: il flamenco, il jazz, la bossa nova, il tango, la cumbia, la musica indiana, africana, ecc. Questo mi dà la possibilità di entrare in contatto con diverse realtà, che non sono solo musicali, ma anche culturali e personali. Tutto ciò influisce sulla musica che suono.

Il tuo ultimo lavoro è Distant Places, descrivilo usando tre aggettivi.

Sereno, leggero e profondo.

Qual è per te un posto distante, riprendendo il nome dal tuo album?

Un posto distante che mi piace pensare e che ha ispirato l’album è il sogno. Infatti, il brano Spring Dreams (sogni di primavera) rappresenta il posto più lontano che una persona può raggiungere. Il sogno è il filo conduttore di tutto l’album e enfatizza un viaggio immaginario tra le varie città di Sintra, Havana e l’isola di Maui.

La musica del tuo album ha influenze jazz con tocchi di bossa nova. Come sei riuscito a creare il perfetto equilibrio tra questi mondi musicali?

La bossa nova è una musica che mi piace molto e ho cercato di introdurla in due composizioni: Sintra e Havana. Ho cercato di mantenere il ritmo brasiliano con un’armonia jazz. Chiaramente è un omaggio al grande compositore brasiliano A. Carlos Jobim.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Il prossimo febbraio 2024 uscirà il mio prossimo album Oceans, prodotto da Francesco De Grazia e Arielle Krebs. È un album a cui tengo molto e il tema principale è ispirato all’acqua e agli oceani. Altri progetti includono continuare a suonare dal vivo e a comporre musica.


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