Intervista a Spark Rocca

Spark Rocca

Spark Rocca è uno degli artisti più originali che abbia conosciuto su questo blog. Recentemente ha pubblicato il nuovo EP dal titolo provocatorio, Tanto non lo ascolti. Ma secondo me ci saranno molti che vorranno scoprire l’universo musicale di questo bizzarro artista!

In questa chiacchierata abbiamo parlato del suo stile musicale, della definizione di Urinatore di corte, del suo ultimo lavoro discografico, del singolo Siamo vivi e di molto altro!


Ciao e benvenuto! La tua musica mi ha colpito da subito, è un’esplosione di originalità e creatività! Da dove nasce il tuo stile musicale?

Ciao, intanto sfrutto quest’occasione per ringraziarti, sei unica, lavori come una matta per pazzoidi emarginati dal mercato musicale che si ostinano a fare la loro musica, come minimo dovremmo farti una statua, intanto se vuoi potrei farti un dipinto…

Probabilmente riesco ad essere più o meno originale perché continuo a pensare di non essere abbastanza originale.

Dietro ogni brano ci sono mesi di lavoro sulle melodie e sulla ritmica, anche quando arriva il momento delle registrazioni e del mixaggio esce sempre qualcosa di fuoriprogramma che posso aggiungere, visto che mi occupo di tutti gli aspetti di ogni brano sono libero di fare qualunque cosa mi passi per la mente, questa libertà incide sicuramente sulla creatività.

Spark Rocca

Nella tua biografia ti definisci Urinatore di corte, che cosa intendi con questo termine bizzarro?

Non lo so, ti giuro… ahahah… mi è sembrato divertente da dire… ahahah

Se proprio devo cercare un significato, posso identificare la mia musica come una pisciata in testa alla corte della musica dei “professionisti” del mercato musicale… ma non nascondo che è una forzatura… la verità è che dopo avermi descritto con aggettivi come “menestrello” e “giullare” ho improvvisato “urinatore di corte”, la cosa bizzarra è che non so nemmeno se “urinatore” esista in italiano.

Tra le tue canzoni sono molto presenti i gatti, come ad esempio nel brano Cat’s rock song. Come mai coinvolgi spesso questi animali nella tua musica?

Sì, riguardo a Cat’ rock song ho anche un aneddoto da raccontare: è nata grazie ad un ragazzo (credo sud-americano) che mi scrisse su Instagram che adorava Cat’s burp song (canzone che avevo fatto anni prima con una pessima registrazione live) e mi invitava a fare qualcos’altro di simile. Esiste anche un video in cui cerco i fraseggi per Cat’s rock song su YouTube, il video si chiama “Come inizio nuove registrazioni” sul canale YouTube “Spark Rocca”.

I gatti compaiono spesso nei miei videoclip. Sono gatti randagi che trovo per strada. Sono affascinato dal loro modo di vivere. Ci vedo molta libertà, la loro visione della vita sembra essere più ampia e libera della nostra, la società umana è schiava del denaro e altre catene hanno le vesti di tanti schemi sociali che ci hanno prefissato culturalmente, i gatti randagi invece sembrano così liberi.

Il tuo ultimo EP si intitola Tanto non lo ascolti, descrivilo usando tre aggettivi.

Melodico, ironico, pieno-di-sorprese.

“Sorprendente” mi sembrava esagerato da scrivere…

Il titolo si riferisce a qualcuno in particolare oppure vuoi sottolineare che continui a fare la musica perché ti piace senza cercare per forza qualcuno che ti ascolti?

A nessuno in particolare, ma particolarmente a tutti.

Vuole essere una provocazione.

Una provocazione a chi passa, mi sbircia e passi avanti. “Tanto non lo ascolti” vuol porre un dilemma a chi legge: “Se l’ascoltassi potrebbe piacermi?”.

Siamo vivi è il singolo che ha anticipato l’EP, descrivilo usando tre aggettivi.

Sfogo, minchiata, acustico.

È stato uno sfogo liberatorio questo brano, lo sfogo di un emarginato del mercato musicale.

Forse, chi legge crede che stia esagerando a definirmi emarginato. Ma di Foxy Lady non ce ne sono molte. Le radio e le riviste musicali nemmeno leggono le e-mail della plebaglia come me.

“Minchiata” significa qualcosa di poco conto, di indifferente, fatta per scherzo o senza pensarci troppo… e diventa una filosofia di vita nel brano.

Il sound del brano è forgiato da una ritmica incalzante e da uno dei migliori fraseggi che mi siano usciti dalle dita.

Se dovessi descrivere la tua musica a chi non ti conosce, come la definiresti?

Descrivere la musica è molto difficile perché più passa il tempo più la gente sembra che non sappia cosa sia il blues, il rock n’ roll. Soprattutto ai ragazzi dai 25 anni in giù, vedo un muro di ignoranza musicale che ho davvero molte difficoltà; mi sento un vecchio a dire certe cose ahaha…

Ho l’impressione che la gente ascolti solo come canto e basta. Non ascolta nemmeno cosa canto. Figuriamoci dei fraseggi, della ritmica… è frustrante. Scusate lo sfogo.

Faccio blues rock, acoustic rock, rock n’roll, hard rock, rock psichedelico, rock sperimentale, uso scale maggiori, minori melodiche e armoniche, pentatoniche, uso tecniche della chitarra blues e rock… Credo di avere una voce versatile che può passare da bassa ad acuta e rauca. Non uso auto-tune. Non sempre uso il modello ritmico a 4/4, anche se lo preferisco istintivamente.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

A fine gennaio uscirà “Silenzio assordante”: si tratta di un singolo Hard Rock/Psychedelic Rock.

Sto anche iniziando nuovi brani in acustico ma non so quando vedranno la luce.

Ti ringrazio tantissimo.


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