Intervista a Riki Cellini

Riki Cellini

Il cantante Riki Cellini è attivo sul territorio da 30 anni non solo nel mondo della musica ma anche come Art Director nella pubblicità. Collabora in tutti gli ambiti creativi come televisione, musica, radio e teatro.

In questa chiacchierata abbiamo parlato del suo ingresso nel mondo della musica, dei diversi settori dove ha lavorato, del suo nuovo singolo Quello che basta e di molto altro!


Ciao e benvenuto! I tuoi studi si sono focalizzati soprattutto sul mondo del design per poi diventare Art Director nel mondo della pubblicità. Come mai hai deciso di entrare nel mondo della musica?

Grazie a voi per l’invito. La comunicazione e la musica sono due amori inscindibili, da sempre. Del resto, la musica è comunicazione! Tutte le arti visive hanno un valore importante nella mia vita.

Hai lavorato in televisione, radio, teatro. In quale di questi settori ti sei sentito più a tuo agio?

Mi sono sempre divertito tantissimo e tutte le esperienze che ho avuto la fortuna di vivere, mi hanno decisamente arricchito sia umanamente che culturalmente. Il confronto per me è sempre stato importante. Forse la radio, ma solo perché ci ho passato più tempo (10 anni), è il settore dove mi sono mosso più agevolmente.

Il tuo nuovo singolo è Quello che basta, descrivilo usando tre aggettivi.

Sincero, straordinario e reale. Sincero perché mi rappresenta, dentro questa canzone ci sono io. Straordinario come le piccole grandi cose della vita. Reale perché parla di occhi che ho avuto il tempo di guardare e ricordare perché ero proprio li e in nessun altro multiverso, di sabbia sui piedi, di silenzi ascoltati.

Una canzone che vuole omaggiare l’amore e le piccole cose quotidiane, com’è nato questo brano?

Brava, è proprio così. La canzone nasce dal desiderio di ritrovare se stessi tra i milioni di impulsi che riceviamo al giorno. Si focalizza su quel momento in cui decidiamo di chiederci dove stiamo andando e ci permettiamo di rallentare per riprendere possesso di noi.

Riki Cellini

All’interno del singolo ci sono riferimenti agli anni Ottanta, che rapporto hai con quel periodo storico?

In quasi tutte le mie produzioni c’è un richiamo a quel decennio anche in quest’ultima che, musicalmente parlando, è certamente più vicina al sound indie italiano contemporaneo. Il mio album Rettoriano, ad esempio, è interamente dedicato a uno dei personaggi più liberi e irriverenti della musica italiana, non solo di quel periodo: Donatella Rettore. Ho un rapporto speciale con gli anni Ottanta perché li ho vissuti e amati.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Nel mio futuro naturalmente ci sarà ancora tanta musica, tanta comunicazione, tanta voglia di condividere, scoprire e raccontare. Il progetto immediato è quello di promuovere la nuova produzione. Lo farò con la cosa che più mi viene meglio: il concerto.


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