Intervista a Dj Vale

Dj Vale

Dj Vale è uno dei massimi esponenti della musica afro e reggae nel nostro Paese. Nelle notti torinesi rallegra il pubblico con le sue serate Afrodisiak. Inoltre ha aperto numerosi concerti di artisti nazionali e internazionali del genere reggae come gli Africa Unite, Caparezza, Max Romeo e molti altri.

In questa chiacchierata abbiamo parlato della scena reggae in Italia, della nascita della sua passione per questa musica, del suo disco Vibez Around Riddim e di molto altro!


Ciao e benvenuto! Tu da sempre ti sei occupato della musica afro e reggae. Com’è nata questa tua passione per questo genere?

Ciao, sin da giovanissimo ascoltavo i 45 giri che mio papà mi regalava. Preferendo quelli di musica black, world, gruppi e artisti come The Temptations, Richie Heavens, James Brown, Jimmy Cliff, Peter Tosh, Santana, per citarne alcuni. Mi affascinava sentire quelle canzoni che avevano un “sapore” diverso dai gruppi e cantautori nostrani dell’epoca.

Credi che la musica reggae sia ben accolta nel nostro Paese dove i generi più ascoltati attualmente sono la trap e la musica rap?

Credo di sì, io continuo a proporla insieme all’afro e al funky, da più di 30 anni. E devo dire che molti giovani l’ascoltano, la ballano e l’apprezzano alle mie serate. Ci sono molte band e artisti in Italia che sfornano album e tune reggae di tutto rispetto. È vero che attualmente la trap e il rap sono molto più gettonati della musica reggae, però ho anche notato che questi generi vanno a braccetto in alcune situazioni che si vanno a organizzare in vari eventi.

Dj Vale

Il tuo nuovo album è Vibez Around Riddim, descrivilo usando tre aggettivi.

Solare, Positivo, Ritmato.

In questo disco si respira anche aria dialettale come nella traccia Ajo in cui Bujumannu e Jambo uniscono il dialetto sardo all’italiano. Com’è nata questa scelta?

Io ho creato la base strumentale per poi passarla ai vari artisti che hanno scritto il testo e lo hanno cantato sul mio riddim. Bujumannu e Jambo sono componenti dei Train To Roots una band sarda molto attiva e nota nel panorama musicale reggae Italiano. La loro scelta mi è piaciuta molto, non sono nuovi a questo tipo di scrittura e interpretazione delle loro canzoni. Sulle produzioni reggae si usa molto cantare in patois, soprattutto in Giamaica, allo stesso modo anche da noi i nostri dialetti si sposano perfettamente con il ritmo in levare.

Seguimi rappresenta un punto cardine della musica, ossia dimenticare i problemi del quotidiano. Credi che la musica reggae riesca in questo intento meglio degli altri generi?

Il reggae, oltre che veicolare dei messaggi importanti può, in alcuni casi, farci stare meglio, anche solo per la durata di una canzone, e riempirci di vibrazioni positive. È importante staccare per un attimo la spina dai pensieri negativi e dai piccoli problemi quotidiani. Penso, comunque, che tutta la musica abbia questo potere: se voglio caricarmi metto su un bel disco rock, se voglio rilassarmi una bella compilation di musica chill out. La Musica in generale, per quello che mi riguarda, aiuta sicuramente a stare meglio.

L’album tratta anche la tematica tra padre e figlio come nella canzone Chi sei tu. Tu che rapporto hai avuto con la tua crescita personale?

Posso ritenermi fortunato, i miei genitori non mi hanno mai messo i bastoni tra le ruote, hanno sempre rispettato le mie scelte, anche quando ho deciso di fare il dj, lasciando un posto sicuro. Certo, le discussioni non sono mancate, come credo in ogni famiglia, ma niente di esagerato. Ricordo soprattutto mia mamma, che purtroppo non c’è più, che è sempre stata la mia fan numero uno, in macchina ascoltava le mie cassette e quando le dicevano “Che bella musica che ascolta” lei rispondeva “E’ una cassetta di Dj Vale, mio figlio”. 

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Attualmente sto lavorando ad un nuovo album con sonorità più afro funk che vorrei pubblicare per l’estate 2024 e continuo a portare avanti serate con il progetto Funky Goodness.


Segui Dj Vale su
FacebookInstagram