Intervista a Praino

Praino

Praino è un giovane cantautore che recentemente ha pubblicato il suo primo EP, Mostri, civette. Di origini calabresi, l’artista si trasferisce a Bologna per studiare Storia e iniziare il suo percorso musicale. È un cantautore polistrumentista, suona batteria, chitarra e basso.

In questa chiacchierata abbiamo parlato delle influenze della Calabria e di Bologna, del suo strumento preferito, del suo EP e di molto altro!


Ciao e benvenuto! Sei nato in Calabria ma poi ti sei trasferito a Bologna. Quali di questi due contesti italiani hanno influito di più nella tua musica?

Tutti e due in egual modo, la Calabria mi ha insegnato ad amare la musica popolare, la Taranta calabrese che ho portato per strada per tanto tempo, ma anche la scena underground calabrese, gruppi come i Duff, gli Hall my friends are dead.

Bologna mi ha formato, ho passato metà della mia vita qui e mi ha contaminato definitivamente con l’underground.

Sei un polistrumentista, suoni batteria, chitarra e basso. Qual è lo strumento con cui ti senti più a tuo agio?

Batteria, sono nato batterista e senza non vivrei.

Ti sei trasferito a Bologna per studiare Storia, credi che la tua musica rispecchi il tuo percorso di studi?

Forse un po’ si, mi piace parlare e scrivere di eventi, nei miei testi ci sono sempre dei riferimenti storici.

Il tuo EP d’esordio è Mostri, civette, un titolo curioso. Come è nato?

È nato per uscire fuori da un guscio emotivo, per esigenza.

È stato pensato, arrangiato suonato e registrato in una cantina ed è stato anche un percorso di scoperta emotiva verso me stesso.

Una traccia che mi ha colpito è Vorrei essere una foresta. Come mai hai scelto proprio la foresta?

Perché mi dà un senso di pace incredibile, di vastità e di un qualcosa di così mistico, la foresta è dove mi rifugio quando voglio pensare.

La copertina dell’EP raffigura una foto in tre versioni. Ha qualche significato particolare?

La foto in copertina è stata scattata in un freddo giorno di dicembre di qualche anno fa ai Laghi di Sibari, casa mia, un luogo incredibile, uno scatto che si completerà con l’uscita del secondo Ep.

Devo ringraziare, per questo e per altre mille cose Marianna Fornaro, che ha curato tutto il progetto fotografico Praino, senza di lei molte cose sarebbero state diverse.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Vorrei suonare molto e lavorare con qualcuno, ho sempre lavorato da solo e mi piacerebbe molto provare.


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