Intervista a Lamarea

Lamarea

La band Lamarea vuole portare una ventata di pop rock nella musica italiana emergente. Lo fa dal 2014 raggiungendo palchi importanti come Emergenza Festival e Sanremo Rock. Diversi anche i lavori discografici pubblicati, un EP e due dischi.

In questa chiacchierata abbiamo parlato del nome della band, delle diverse esibizioni live fatte negli anni, del nuovo singolo Lacrime di coccodrillo e di molto altro!


Ciao e benvenuti! Il nome della vostra band è semplice ma d’effetto. Ascoltando le vostre canzoni è come sentirsi preda delle onde del rock come una marea. Ma di preciso da dove nasce?

Come tutti i nomi che si rispettino nasce un po’ per gioco, un po’ proprio per questa volontà di abbracciare chi ci ascolta con la nostra musica. Il mare è un elemento naturale con il quale siamo cresciuti, e ci piaceva integrare il suo movimento simile ad un abbraccio, all’interno del nostro nome.

Siete sulla scena da molti anni, precisamente dal 2014 quando iniziate a raccogliere i primi traguardi come l’esibizione all’Alcatraz di Milano per la finale dell’Emergenza Festival e all’Ariston per Sanremo rock. Avete un episodio a cui siete più affezionati successo durante i vostri concerti?

I concerti e le esperienze fatte sono state/i effettivamente molti. Ogni palco ha il suo sapore e regala qualcosa di unico. Sicuramente l’Alcatraz di Milano è un ricordo emozionante. Ma anche alcuni palchi di Roma come il Jailbreak ci hanno fatto divertire molto. Difficile menzionare un episodio in particolare.

Lamarea

Nel corso della vostra carriera avete collaborato anche con un vincitore del Festival di Sanremo, Aleandro Baldi. Come è stato lavorare con un nome importante della musica?

Aleandro è una grande persona ancor prima dell’artista enorme che è stato ovviamente. Lavorare con lui è stato molto semplice, perché ha l’animo genuino che hanno i talenti veri, quelli che non devono dimostrare nulla a nessuno. Siamo onorati e felici di aver l’occasione di lavorare con una persona tanto autentica, e con un talento cosi grande, sia da un punto di vista della scrittura che della composizione.

Il vostro ultimo singolo è Lacrime di coccodrillo, descrivetelo usando tre aggettivi.

introspettivo, fresco, vero.

È una canzone che vuole essere una dedica a quelle persone che si sentono fuori luogo e deluse a causa delle difficoltà che si affrontano nella vita. Ma come mai avete scelto proprio la metafora delle lacrime di coccodrillo?

La metafora è quella di chi versa lacrime e non viene capito. Le lacrime di coccodrillo sono quelle della persona bugiarda, oppure che piange sul latte versato. Insomma per chi non capisce sono lacrime finte. Perché al mondo d’oggi anche piangere è diventata una cosa che si può giudicare, ed i comportamenti sono tutti standardizzati. Nessuno può permettersi di essere contraddittorio o di sbagliare. Ma siamo umani, e siamo controversi per natura. Il segreto sarebbe l’empatia, ma oggi manca.

Quali sono i vostri prossimi progetti?

Progettiamo altri singoli, altra musica, altre canzoni. Accanto a questo stiamo aspettando x factor (l’iscrizione la abbiamo fatta), e altri talent per iscriverci e provare a partecipare. Siamo pronti per i live estivi, e per le serate in programma. In pratica siamo in movimento su tutti i fronti!


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