Intervista a Federica Matera

Federica Matera

La cantante Federica Matera si è fatta conoscere nel mondo social con il nome “La ragazza con la chitarra” che ha accompagnato le sue prime uscite musicali. Dopo il nuovo album Atlas, Federica torna a farsi conoscere senza alter ego.

In questa chiacchierata abbiamo parlato dell’unione tra nord e sud, delle sue ospitate da Red Ronnie, del suo ultimo singolo Ombre e di molto altro!


Ciao e benvenuta Federica Matera! La maggior parte delle persone ti ha conosciuto come “La ragazza con la chitarra” ma ora hai lasciato da parte quel nome d’arte… come mai hai voluto tornare ad usare il tuo nome e cognome?

Ciao mitica Foxy!

“La Ragazza Con La Chitarra” non è mai stato il mio nome d’arte, ma il mio modo di identificarmi e di farmi identificare sui socials.

Era un riferimento legato al mio passato e quindi ad una versione passata di me, con persone e situazioni che si sono evolute: ho sentito l’esigenza di lasciarlo andare, sempre conservandolo dentro di me con affetto, rispetto e orgoglio.

Sono cambiata così tanto, ho attraversato così tanti inverni e visto così tante albe, che ho sentito la necessità di rinnovarmi. Il cambio di un nome così “iconico” sui socials è stato un messaggio al pubblico che mi segue da anni: ciao, sono la vostra Federica Matera e ho tanto di nuovo in serbo per voi!

Allineare il mio profilo social a quello Spotify è stata anche una scelta legata al fatto che, producendo e suonando un po’ di tutto, “La Ragazza Con La Chitarra” era un nome che iniziavo a sentire stretto e limitante.

Da Salerno ti trasferisci al nord come tanti per cercare la tua strada nel mondo della musica. Nelle tue canzoni cosa porti del nord e cosa del sud?

Del Sud porto tutto: il mare, l’accento, il sorriso delle persone e la loro forza, gli odori, i suoni, i ritmi, la cadenza della vita. È la mia terra, risuona sempre in modo viscerale, autonomo e naturale in me.

Del Nord porto l’accoglienza, la possibilità che mi è stata data, le sfide, la crescita artistica e umana, l’indipendenza, le tantissime persone che ho incontrato e che incontrerò, spesso in viaggio come me.

Le unisco insieme, perché la Musica lo fa in modo naturale: sono fiera di portare il mio Sud nel mio Nord.

Federica Matera

Sei stata invitata due volte nel noto programma di Red Ronnie. Com’è stata quest’esperienza?

Pazzesca.

Red è un professionista, un intenditore e un amante rispettoso della Musica, come pochi in Italia. Sentirmi dire che sono la dimostrazione che “il futuro della musica è femminile”, come si legge in uno dei suoi ultimi articoli, per me è qualcosa di pazzesco che mi riempie di orgoglio.

Uno dei tuoi ultimi lavori discografici è l’album Atlas, qual è la canzone presente nel disco a cui sei più legata?

La risposta più naturale sarebbe “tutte”, perché ogni canzone in quel disco rappresenta un punto di partenza e di arrivo, un percorso.

Però ti rispondo, senza pensarci due volte, assolutamente L’esperienza del volo. Quello è il pezzo che, nel testo e nella musica, racconta il coraggio di un salto pazzesco: quello dell’autodeterminazione, della scelta di essere felici, della voglia di vivere a modo nostro.

La vita è una e L’esperienza del volo urla “VIVETELA!”

Con questo album ti sei esibita in Italia ma anche all’estero raggiungendo la Turchia. Che tipo di pubblico ti ha accolto lì?

Un pubblico pazzesco.

La Turchia è un Paese stupendo, composto da persone con storie ed esperienze assurde. Quelle che ho incontrato io erano di una bontà estrema e di un’apertura mentale che un po’ stona con l’idea che abbiamo noi, a distanza, della loro cultura.

Mi ha colpito in positivo, ho parlato con uomini e donne di ogni età, sono rimasta affascinata. La loro musica, poi, è stupenda! È stato bellissimo essere apprezzata così tanto in un posto così diverso dall’Italia e dall’Europa in generale.

Non ti sei fermata e subito dopo pubblichi la canzone Ombre, descrivilo usando tre aggettivi.

Magnetico, intenso, fresco.

Questo singolo è stato anticipato da una dominazione del colore giallo sui tuoi social. Come hai collegato questo colore alla canzone?

Il giallo per me è sempre stato un colore un po’ strano, non legato a qualcosa di felice ma a qualcosa di disturbante ed ossessivo.

La canzone parla della depressione e di tutti i sintomi legati ad essa: era il colore perfetto, nella mia testa!

Il brano racconta di come le ossessioni, le ombre interiori possano portare ad attacchi di panico ed ansie. Temi importanti che hai legato al mondo musicale cantautorale, acustico inserendo anche l’elettronica e il rap. Come sei riuscita a trovare un equilibrio tra tutti questi elementi così diversi tra loro?

Quando scrivo, io non penso per generi: ascolto talmente tanta roba, tutta diversa, che sarebbe impossibile e controproducente limitare la mia musica e la creatività ad un “genere” solo.

E poi sono contro le etichette e suddivisioni in categorie, questo in generale nella vita: mi piace la libertà, quella che non mina la libertà delle altre persone.

Quindi è un processo che mi viene spontaneo e naturale, unire e trovare il giusto equilibrio tra tutte le mie vibrazioni all’interno di un brano: Ombre sta ricevendo parecchi feedback positivi, sono felice di esserci riuscita.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Ombre è il primo tassello di una trilogia legata ai colori primari: giallo, blu e rosso. Nei prossimi mesi, non svelo ancora quando, uscirà il nuovo capitolo legato al colore blu. Non mi resta che dire di restare connessi sui miei canali social, Instagram soprattutto, e di prestare molta attenzione: ho organizzato un percorso sonoro e grafico che vi porterà in questo nuovo viaggio, pazzesco, con me!


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